Non state addormentati!

Non state addormentati!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!» (Marco 13,33-37).

Nel tempo dell’incertezza e della paura, chiede il profeta Isaia:

«Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (cfr. Isaia 63,17-19)

Dentro tutto questo macello, che è la nostra vita.

Ma come sarà il ritorno del Signore? E come ci accorgeremo che è giunto il momento della sua discesa sulla terra? Non lo sappiamo.

Dopo averle provate tutte e sentite di tutti i colori, Gesù decide di uscire dal tempio di Gerusalemme. Se ne va dal luogo in cui tutti vanno a cercare Dio, per adorarlo e offrire sacrifici. Ma Dio non ne ha bisogno.

Dio vuole essere riconosciuto nella storia. Gesù esce dai luoghi comuni della fede e va altrove, per incontrare tutti.

Ma i suoi discepoli rimangono ancora incantati: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!» (Mc 13,1). Come quei devoti immobili davanti all’apparenza della fede e ai suoi ornamenti dorati. Come coloro che rimpiangono i segni del sacro, delle certezze simmetriche, della grandezza, del potere, del consenso. Come quelli che identificano la Chiesa e il suo successo dalle strutture, dagli impianti sportivi, dalle decorazioni delle chiese, dall’organo a canne. Una volta si diceva “le opere parrocchiali”.

Ma Gesù sorride amaramente davanti a tutto questo e dichiara: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta» (Mc 13,2). E cosa rimarrà in piedi?

Pensiamo di essere persone giuste, perché abbiamo realizzato cose, costruito case, messo su famiglie e da parte denari. Ognuno di noi ha un “tempio”, che ammira e che mostra a Dio con orgoglio. Il lavoro, la famiglia, il benessere, il successo, gli hobby, le imprese sportive, la prestanza fisica.

«Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta».

Ecco, allora, le parole che Gesù ci rivolge oggi, mentre iniziamo un nuovo ciclo liturgico, un nuovo tempo di vita cristiana.

«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento».

Vegliate! Non siate addormentati! Non lasciatevi distrarre! Non fatevi ingannare dalle apparenze!

Non esiste una vita tranquilla. Non esiste un’esistenza comoda e sicura. Non esiste un tempo senza preoccupazioni. Non esiste una stagione senza imperfezione o senza complessità. È la vita!

«Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta», cantava Fiorella Mannoia.

Perché è proprio in questa vita che il Signore viene e si lascia trovare. È solo in questo tempo che possiamo riconoscere la sua presenza, il suo amore e la sua volontà, ed essere felici. Se avremo deciso di costruire tutto sulla sua Parola e non sulle apparenze di questo mondo.

Perché, «il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai», dice Gesù.

«State svegli! Non lasciatevi ingannare! Non rimanete addormentati!», dice il vangelo alla Chiesa e a tutti. Lo dice alla Chiesa e lo dice a ciascuno di noi.

Guardate questi nostri tempi complessi, questa storia così incerta, e interpretateli alla luce del Vangelo, che sarà l’unica vera risposta alle nostre attese, alle nostre aspirazioni, ai nostri drammi. Lasciate perdere tutto il resto, perché finirà.

Noi cristiani, insieme a tutti gli uomini e alle donne di questo tempo, stiamo nel mondo, che cambia continuamente e troppo velocemente, lasciandoci interpellare da questa domanda, all’inizio di questo tempo di Avvento: di tutto quello che ho e che desidero, delle relazioni che vivo e delle mie sicurezze, cosa andrà distrutto e cosa resta?

Non siamo migliori degli altri. Non sappiamo più cose degli altri. Non siamo più buoni, più capaci, più intraprendenti degli altri.

Ma abbiamo riconosciuto Gesù, il Signore, e la sua Parola, come l’unica pietra, che rimarrà in piedi. Come l’unica salvezza nelle tempeste e l’unica luce nella tenebra. E stiamo sulla soglia, come un servo sveglio, che in qualsiasi ora, apre la porta e lascia passare il Signore.

Così mi piace la Chiesa: una comunità di uomini e donne, che lasciano passare il Vangelo dentro la loro vita, trasformando ogni cosa.

Così mi piace la mia vita: un luogo in cui far passare il Vangelo, imparando a riconoscere quello che sarà distrutto da quello che resta.

Torna al blog

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.