Frammenti di Sinodo | 27 ottobre 2023

Frammenti di Sinodo | 27 ottobre 2023

In questi ultimi giorni di Sinodo si dovrà approvare la relazione da presentare a Papa Francesco.

 

@pirriddino Cosa stanno facendo in questi ultimi giorni di Sinodo? #frammentidisinodo #missionaridigitali #sinodo2023 #sinodo #synod ♬ suono originale - Dino Pirri

 

Una delle priorità emerse è stata il rinnovamento del linguaggio utilizzato dalla Chiesa: nella liturgia, nella predicazione, nella catechesi, nell’arte sacra, così come in tutte le forme di comunicazione rivolte sia ai Fedeli sia all’opinione pubblica più ampia, anche attraverso nuovi e vecchi mezzi di comunicazione.

In questo dibattito ha trovato grande spazio e curiosità l’ambiente digitale, come ulteriore luogo di annuncio del Vangelo.

E a proposito di comunicazione, in questi giorni, l’assemblea ha seguito l’indicazione del Papa a dare molto spazio al silenzio, in favore dell’ascolto.

«Una delle cose che più rattristano lo Spirito Santo sono le parole vuote. Le parole vuote, le parole mondane e – scendendo un po’ a una certa abitudine umana ma non buona – il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio è l’anti-Spirito Santo, va contro. È una malattia molto frequente fra noi. E le parole vuote rattristano lo Spirito Santo».

«È la malattia più comune nella Chiesa, il chiacchiericcio. E se noi non lasciamo che Lui ci guarisca da questa malattia, difficilmente un cammino sinodale sarà buono. Almeno qui dentro: se tu non sei d’accordo con quello che dice quel vescovo o quella suora o quel laico là, diglielo in faccia. Per questo è un Sinodo. Per dire la verità, non il chiacchiericcio sotto il tavolo».

Anche ai giornalisti è stato chiesto l’impegno di raccontare al loro pubblico questa pausa della Chiesa, per non fomentare fazioni e per non influenzare il dialogo dei padri e delle madri sinodali.

«Poi, voglio dire che in questo Sinodo – anche per fare posto allo Spirito Santo – c’è la priorità dell’ascolto, c’è questa priorità. E dobbiamo dare un messaggio agli operatori della stampa, ai giornalisti, che fanno un lavoro molto bello, molto buono. Dobbiamo dare proprio una comunicazione che sia il riflesso di questa vita nello Spirito Santo. Ci vuole un’ascesi – scusatemi se parlo così ai giornalisti – un certo digiuno della parola pubblica per custodire questo. E quello che si pubblica, che sia in questo clima. Qualcuno dirà – lo stanno dicendo – che i vescovi hanno paura e per questo non vogliono che i giornalisti dicano. No, il lavoro dei giornalisti è molto importante. Ma dobbiamo aiutarli affinché dicano questo, questo andare nello Spirito. E più che la priorità di parlare, c’è la priorità dell’ascolto. E ai giornalisti chiedo per favore di fare capire questo alla gente, che sappia che la priorità è dell’ascolto».

«E dicono tante volte che i vescovi hanno paura di comunicare quello che succede. Per questo chiedo a voi, comunicatori, di fare la vostra funzione bene, giusta, così che la Chiesa e le persone di buona volontà – le altre diranno quello che vogliono – capiscano che anche nella Chiesa c’è la priorità dell’ascolto. Trasmettere questo: è tanto importante».

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