Chi ha scritto i Vangeli? Il Vangelo secondo Matteo e Luca

Chi ha scritto i Vangeli? Il Vangelo secondo Matteo e Luca

Il vangelo secondo Matteo

Il primo scritto chiamato “vangelo” è quello di Marco, arrivato poco prima del 70 d.C., per una comunità di cristiani, che non provenivano dall’ebraismo e avevano poca dimestichezza con le Scritture antiche.

Ci piace pensare che nella comunità di Roma, ogni anno, nella santa Notte della Pasqua, si proclamasse questa “bella notizia”, espressa in modo molto essenziale, per introdurre all’eucaristia, coloro che avevano appena ricevuto il battesimo.

Qualche anno dopo, arriva il vangelo secondo Matteo, tradizionalmente riconosciuto in quel pubblicano, che fu chiamato da Gesù, mentre era seduto al banco della riscossione delle tasse.

Ventotto capitoli, contro i sedici di Marco. Ventotto capitoli, che hanno come sfondo un monte.

All’inizio della missione di Gesù, quando «il diavolo lo portò sopra un monte altissimo…». All’inizio del suo insegnamento, quando furono proclamate per la prima volta le “Beatitudini”, Gesù e i suoi discepoli stanno su un monte. E alla fine, dopo i fatti della risurrezione, «gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato».

È la cornice della testimonianza di Matteo. Gesù è il nuovo Mosè, che sul monte diede le Parole dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo, e che dal monte della crocifissione, come Mosè alla fine del suo cammino, contemplerà il regno di Dio, la terra promessa. Gesù è il compimento delle promesse antico, il compimento dell’Alleanza, il regno di Dio che germoglia su questa terra.

E, infatti, ci sono almeno settanta citazioni dirette o allusioni alle Scritture dell’Antico Testamento, poiché Gesù ne è il maestro, l’interprete, la chiave di ingresso, il compimento.

E come l’Antica Alleanza era formata da cinque libri (il Pentateuco), adesso la Nuova Alleanza è costituita da cinque insegnamenti, che costituiscono la struttura portante di questo vangelo, così strutturato:

  1. Un’introduzione, con i racconti dell’infanzia, in cui l’annuncio della nascita del Salvatore è rivolto principalmente a Giuseppe, rappresentante di Israele, in attesa del Messia. La visita dei Magi, rappresentanti di tutti i popoli della terra, in attesa della salvezza. La fuga in Egitto e il ritorno a Nazaret, secondo cui Gesù, come il popolo d’Israele, proprio dall’Egitto è ricondotto alla propria terra, dopo la liberazione (capitoli 1-2).
  2. L’inizio della missione di Gesù e il primo grande discorso programmatico, detto appunto il discorso della montagna (capitoli 3-7).
  3. Il racconto dei miracoli e la responsabilità dei discepoli, con il discorso missionario (capitoli 8-10).
  4. Gli ostacoli, che incontra la predicazione, proprio da parte di coloro che dovrebbero accogliere la Parola di Gesù e il suo discorso sulle parabole (capitoli 11-13,52).
  5. Il gruppo dei discepoli è già la Chiesa nascente. E allora Gesù dona loro le regole fondamentali nel discorso ecclesiale, cioè che riguarda la vita della comunità (capitoli 13,53-19).
  6. La Chiesa è il seme del Regno di Dio che, come ricordava anche l’evangelista Marco, è già qui ma anche deve crescere fino alla pienezza nell’eternità. Per questo Gesù fa anche un discorso escatologico, cioè sulle cose ultime (capitoli 19-25).
  7. Il cuore della Nuova Alleanza, il compimento della Legge antica, la terra promessa, il compimento del regno di Dio è la passione, morte e risurrezione di Gesù (capitoli 26-28).

Matteo racconta tutto, come un contabile scrupoloso, senza tralasciare nulla, citando continuamente le Scritture compiute dal Cristo, facendo grande uso dei simboli numerici.

Come la Torah ebraica è formata da cinque libri (Pentateuco), il vangelo è costituito da cinque discorsi. E continuamente torna questo numero cinque: cinque volte troviamo «io vi dico», cinque controversie serie con le autorità giudaiche, cinque pani moltiplicati, nelle parabole cinque vergini sagge e cinque stolte, cinque talenti. Divertitevi a trovare il numero cinque nel vangelo di Matteo.

E se il numero cinque è il simbolo della Legge, il numero sette è simbolo della pienezza. Cinque discorsi in sette sezioni. Sette domande nel Padre nostro, sette le Beatitudini (l’ottava è un’aggiunta posteriore). Sette le parabole nel discorso sulle parabole e sette volte Gesù dice «guai» alla religione ipocrita. Quattordici, cioè il doppio di sette, ripetuto tre volte sono gli anelli della genealogia di Gesù, nel primo capitolo del vangelo.

Secondo l’evangelista Matteo, senza l’Antico Testamento Cristo è incomprensibile e senza Cristo è incomprensibile l’Antico Testamento.

Il vangelo secondo Luca

Insieme al vangelo secondo Matteo, compare quello secondo Luca, compagno di viaggio e fedele amico di Paolo, che lo descrive così: «il fratello che tutte le Chiese lodano a motivo del Vangelo».

Luca, secondo la tradizione è un medico e sicuramente uno scrittore molto abile nella narrazione e piacevole nella forma. Nato ad Antiochia di Siria, simpatizzante per l’ebraismo e successivamente, convertito al cristianesimo. Diremmo oggi che, al contrario di Marco e Matteo, è madrelingua greca.

Egli non ha conosciuto personalmente Gesù né ha vissuto nel suo ambiente, ma decide di mettere in ordine tutto il materiale allora in circolazione, per trasmettere la bella notizia alla sua comunità, di cultura ellenistica.

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

Era l’incipit classico di ogni opera storiografica seria del suo tempo.

Forse, nei suoi viaggi, ha avuto modo di incontrare anche Maria, la madre di Gesù. Un’antichissima tradizione vuole che egli ne abbia addirittura dipinto un ritratto, custodito oggi a Bologna. Ma, soprattutto, ha saputo raccontare il cuore di Maria e la tenerezza di Dio, attraverso ’'umanità del Figlio.

Gesù si commuove davanti alla vedova che piange il figlio morto, davanti alla peccatrice che gli si getta ai piedi, alla donna ricurva su se stessa. Piange davanti a Gerusalemme, che non accoglie il vangelo. Il suo cuore è descritto nella parabola del buon Samaritano, del pastore che cerca la pecora perduta.

Ma come è strutturato il vangelo secondo Luca?

È un vero e proprio itinerario teologico, cioè un viaggio spirituale, introdotto dai racconti dell’infanzia, nei primi due capitoli: l’annuncio a Zaccaria nel tempio di Gerusalemme, a Maria nella sua casa, la nascita di Giovanni Battista e la nascita di Gesù, riconosciuto dai pastori, dai vecchi Anania e Anna, ancora nel tempio.

E poi comincia il viaggio intorno ai villaggi della Galilea, dal capitolo 3 al capitolo 9,50.

La seconda tappa del viaggio è descritta a partire dal capitolo 9,51:

«Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme».

Fino alla metà del capitolo 19, Gesù è in cammino, come un pellegrino attraverso la storia. E così devono essere i suoi discepoli. Così deve essere la Chiesa.

Alla fine (19,28-29), Gesù entra a Gerusalemme, per giungere al compimento del viaggio, presso il monte degli Ulivi, da dove sale al cielo.

Il vangelo secondo Luca si conclude da dove era incominciato, presso il tempio di Gerusalemme, dove troviamo i discepoli di Gesù, che lodano Dio, come il popolo della nuova alleanza.

Forse non tutti sanno che l’opera dell’evangelista Luca non finisce qui, come non si conclude a Gerusalemme l’annuncio della bella notizia. Tutto continua nel secondo libro: gli Atti degli Apostoli. Poiché il vangelo arriverà fino a Roma e in ogni luogo della terra e la comunità dei discepoli di Gesù, il popolo della nuova Alleanza, la Chiesa continuerà a camminare nel tempo, attraverso le vicende che si susseguono, fino al compimento definitivo della storia.

Ci sarebbe una importante questione da affrontare, ma lo faremo nella prossima puntata, in cui vi parlerò anche del vangelo secondo Giovanni.

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